domenica 16 dicembre 2012

"Uguale"

Tu vendevi fazzoletti al semaforo e  mi sorridevi.

Cominciamo a correre oggi, senza prendere il respiro, lasciamoci cadere in una valle, l'erba sotto i nostri piedi, il sole sulle nostre guancie, smettendo di guardare avanti, per una volta guardiamo il cielo sotto i nostri piedi.
Avevamo una tavola sotto la spalla, una canzone fresca in testa, e l'alcool nella testa, le onde erano belle come pornostar e la schiuma sembrava panna.
Ora Viviamo.
Poi c'era la spiaggia, c'era il fuoco e quel ragazzo dal sorriso gentile con la chitarra, sciame di parole che volavano, non ci importava di inquinare l'aria con i nostri pensieri, non ci importava e basta. L'abbiamo fatto fino a quando il sole non ci ha staccato gli occhi e seccato la pelle.

E tu vendevi i fazzoletti al semaforo e mi sorridevi.

Siamo chiusi dentro un equazione che non ammette soluzioni.

domenica 12 agosto 2012

Bullet time!

Grecia. Creta. Agosto 2012

Salivamo per una salita stretta, il buio ci avvolgeva  aumentando le nostre aspettative, la luna si alza lenta da dietro una montagna cancellando ad una ad una le stelle che facevano da cornice a quella calda notte.
Eravamo nel nord, la macchina saliva, sputando benzina ad ogni tornante, la fioca gialla luce del serbatoio ci ricordava che stavamo per rimanere a piedi, ma neanche un distributore in quel posto scordato dagli dei. 
Poi come un miraggio, dopo una curva, vediamo un piccolo distributore, costruito sicuramente prima della guerra, talmente vecchio che ti aspetti che invece della benzina ti dia due manciate di carbone. Il vecchio proprietario ci da le spalle mentre lentamente gira il cartello per mettere fine all'attività del giorno, porca troia, la macchina sgomma, l'ultimo goccio di benzina se ne va mentre sbiascicando qualcosa in inglese riusciamo a scampare il pericolo.
Una fila di macchine parcheggiate male, preannuncia l'arrivo nel piccolo paese sulle montagne, qualche luce si staglia tra gli alberi a illuminar i cerchioni cromati e le marmitte modificate di tutte quelle macchine, quasi a chiedersi se non siamo finiti sullo scenografia di qualche film americano.
Era bianca come una perla, ricolma di gente e lampadine che appese da fili invisibili dondolavano sulle teste dei commensali, la piazza completamente ricoperta da tavoli di legno di seconda mano ospitava una quantità di persone che sarebbe difficile da contare. Mentre ci muoviamo per i tavoli provando a schivare sedie,bambine, bestemmie e camerieri poco attenti, arriviamo al nostro a pochi da metri da un palco e da un moretto che separa la piazza con un dirupo.
Ordiamo tutte le specialità della zona senza discrezione di prezzo o quantità, stessa procedura del vino che viene portato in graziose bottiglie di plastica, guardandolo mi chiedo se non mi toccherà vomitarmi pure l'anima quella sera.
La musica inizia e noi cominciamo a mangiare, sembra tutto regolare, sembra una classica festa di paese che mi sembra di stare in Italia, tutti vestiti a festa come se ci fosse il gran gala, i vecchi su un tavolo e i giovani in que vicino, intere generazioni chiuse in qualche metro quadro. Il vino scorre, decidiamo di darci alla danza.
I passi sono semplici, uno a destra e due a sinistra, le mani lungo le spalle dei tuoi vicini, le persone aumentano in mezzo alla pista, il vino si fa sentire, mentre diventa un enorme spirale quel ballo, poi il ritmo comincia ad aumentare, piedi schiacciati, sorrisi sputati, l'alcool  mi permette di salire su qualche piede, sorriso sormione e faccio finta di niente.
Torniamo al tavolo, il cuore in gola, il vino che ci aspetta ancora sul tavolo, e ora si brinda con gente del luogo per il nostro ballo, felice mi sento, come un bambino coccolato da quello che lo circonda, quasi mi sentissi a casa.
Un'uomo dietro di me dopo aver ucciso l'ennesima birra, con fare veloce tira fuori una luccicante pistola color argento da sotto la nera camicia, i colpi spaccano la musica, mentre i proiettoli volano verso il cielo, rimango per un'attimo paralizzato, mi giro, nessuno si scompone, qualcuno applaude qualcun'altro sorride come se fosse normale. Non faccio neanche tempo a formulare la mia domanda su cazzo stesse succedendo che ecco che alla fine del tavolo, un ragazzo forse più piccolo di me tira fuori una Beretta e comincia a sparare alle stelle, il caricatore si inceppa e il pistola gli si smonta in mano, grosse risate tra i suoi amici, tra gli occhi sgranati di noi.
La risposta che abbiamo è che qui è tradizione, e che alla fine tutti hanno una pistola, perchè li è una cosa normale, quasi avessero paura che Turchi tornassero a rompergli le palle.
Ora mi sento spaesato, come quando pensi di esser arrivato da una parte e in verità hai sbagliato completamente strada, qualche incamiciato mi guarda, capisce che non sono di qui e mi chiede se voglio giocare con il suo giocatello, declino l'offerta, vorrei evitare di far scoppiare una guerra civile in quella graziosa festa.
Intanto la musica continua e la gente si alterna a ballare, nessuno è turbato dai colpi di pistola, nessuno è spaventato, mentre tutti alla mano hanno un rosario per giocarci e nell'altra il vino rosso da due centesimi.
Qui in un paesino nella sperduta Creta finalmente mi sento veramente a casa: La bibbia in una mano e la pistola nell'altra. Italia, casa dolce casa.

mercoledì 4 luglio 2012

Emozioni senza conservanti.



Il vento alzava la gonna alla sabbia e faceva vibrare il mare.
Guardando oltre l'orizzonte mi sono interrogato sulle onde, mentre i pensieri leggeri scivolano giu sotto i miei piedi nudi.
L'acqua mi tocca, è fredda, brucia sulle labbra, la tavola che suona il ritmo delle onde.
L'oceano come il tempo, ciclico e perpetuo, rimane nel suo fragoroso silenzio.
Mi lancio come kamikaze sicuro della sua morte, il sole mi fa da mantello, gli occhi si chiudono i muscoli scattano.
La spiaggia, brulicante di persone incuranti, mi guarda chiede di me, chiede dell'oceano, che come due amanti che mai si sono presi e mai si sono lasciati, continuano il loro andare.
L'onda arriva, mi trascina, la tavola schizza, mi alzo in piedi, mi sento vivo, ora so di respirare.
L'oceano come il tempo, ciclico e perpetuo, rimane nel suo fragoroso silenzio.
E' destra, la seguo, mi segue, mi piego, si piega, la spiaggia apre le sue braccia, chiudo il fiato con un lucchetto.
Il bianco mi prende, sono sulle nuvole, respiro di nuovo, il corpo si volta, gli occhi verso l'orrizzonte a cercare un'altra onda.
L'oceano come il tempo, ciclico e perpetuo, rimane nel suo fragoroso silenzio, guardandomi sorride.

lunedì 18 giugno 2012

Fuochi Accesi

Ci siamo vestiti di una notte senza stelle,
abbiamo comprato un cappello fatto di sabbia e conchiglie,
accendendo un fuoco ci siamo dipinti la pelle di rosso,
tu non parlavi, tu non parlarvi mai, lasciandomi nella nostra solitudine, per una volta mi sono sentito vero.
Come falene impazzite abbiamo cominciato a girare in tondo, senza meta, senza un'idea di dove andare, buttando i sensi nell'oscuro oceano.
"Ora che non siamo più animali" tu mi avevi detto " saremmo vivi..."
"Ora che abbiamo solo la ragione" tu mi avevi sussurrato "saremmo vivi..."
"Ora che ci guardiamo tutto in trasparenza" tu l'avevi scritto "saremmo vivi.."
Ti ho lasciato li, in quel tuo mare di illusioni, mentre mi riprendevo i sensi, contento di essere un'animale, contento di saper strisciare per trovare la via di casa.

lunedì 21 maggio 2012

Oscar Wilde


Sublime.


Quei luoghi gentili
E noi li abbiamo lasciati quei luoghi gentili

Con passo pesante, verso il nuovo calvario,
Di qui osserviamo, come chi allo specchio
Veda il proprio volto,
L'umanità suicida.
Capiamo quali spettri orribili
La mano rossa dell'uomo
Sappia fare sorgere.

(Oscar Wilde)

domenica 15 aprile 2012

Ricordi di un estate mai conclusa

Di nera pece ci siamo macchiati le nostre mani
abbiamo versato olio sui nostri occhi
ascoltando il silenzio della luna
siamo rimasti a sincronizzare i nostri respiri.
Abbiamo deciso di guardare la vita da uno specchietto retrovisore
assoporando il sapore del vento con la mano
Mentre l'odore del mare rendeva pace alle nostri narici
e la pelle cantava di un sole ormai sceso dietro di noi.
Ce ne siamo andati cosi, lasciando la sabbia sola davanti all'infinità del mare
Ce ne siamo andati cosi, con il sole in bocca, gli occhi stanchi, e la vita dietro di noi.

domenica 25 marzo 2012

Pochi ricordi

Corro, corro, senza una meta, corro, corro, senza una via.
Vorrei poter sfiorare almeno una volta i miei pensieri, ma questi son troppo veloci per me, seguendo solo la scia , come fari in lontananza, corro uccidendo i miei polmoni.
Se potessi sfiorare i miei pensieri, se potessi almeno una volta avvicinarmi tanto basta da sentirne il profumo, mi lascerai cadere per terra, mi sdraierei a guardare il cielo, ascolterai il loro silenzio, lascerai il mio cuore riposare e  finalmente capirei dove sto andando.
Corro, corro, senza una meta, corro, corro, senza una via.
Vorrei potermi fermare un secondo, vorrei poter respirare ancora, ma ormai la discesa è iniziata e non ci si può più fermare, puoi solamente correre a perdi fiato lasciando tutto dietro di te, guardando avanti, pregando il cielo di non cadere.
Loro sono li, sono li in fondo, sono i miei pensieri, ora si fermano, mi fermo anche io, loro mi guardano, mi sento vibrare,potrei raggiungerli, potrei finalmente stringerli a me, ma non mi muovo.
C'è un piccolo sentiero qui vicino a me,intanto piove, saluto i miei pensieri, e mi dirigo dove non sono mai stato.
Non importa dove arriverai, importa cosa incotrerai.

venerdì 2 marzo 2012

Anestetici Sorrisi

Ci siamo sciolti come il ghiaccio sotto una tempesta di ali,
erano farfalle che accarezzavano le nostre anime, era uno stormo di api che ci pungeva nella testa.
Ed il suono del piano saliva come un onda senza fine oscurando il sole mentre noi ci stringevamo in un abbraccio per vederci meglio.
Abbiamo corso tanto da non ritrovare ma più il nostro fiato, lanciando i polmoni da un tetto, abbiamo speso le nostre ultime parole dentro a delle bottiglie vuote.
"Dove corri, da chi fuggi?"
"Da nessuno è solo che il mondo gira troppo veloce per rimanere fermo"

sabato 28 gennaio 2012

Posso avere i tuoi occhi?



Vorrei poter cambiare i miei polmoni per poterli sporcare di nuovo, 
li renderei neri come il petrolio,li brucerei del tutto senza dargli tregua.

Vorrei poter cambiare il fegato per poterlo bucare di nuovo,
facendoci un buco talmente grande da poterci vedere attraverso.

Vorrei poter cambiare la pelle per poterci scrivere tutto quello che penso,
senza lasciare neanche uno spazio vuoto, alla fine sarei solo un groviglio di lettere e parole.

Vorrei poter cambiare il cuore,
comprerei un cuore nuovo di zecca,
con tanto di assicurazione e garanzia,
avvolto ancora nella plastica,
ma non lo userei, 
lo regalerei a te, per farci quello che ti pare.






giovedì 19 gennaio 2012

Senza Meta



Sono parole leggere come farfalle e pesanti come il loro colore, si posano, come tatuaggi indelebili e scavano sempre più a fondo:

I veri viaggiatori partono per partire e basta:

cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove enternamente, 

dicono sempre "Andiamo", e non sanno il perchè. I loro desideri hanno le forme delle 

nuvole.-C. Baudelaire.

giovedì 5 gennaio 2012

Senza rimorsi


Della nostra coscenza ne lasceremo traccia come mozziconi spenti di sigaretta,
la cenere piano se ne andrà e lascerà solo un filtro,
plastica in un mare di cenere.